Sindrome da rientro: cos’è davvero e come combatterla

La sindrome da rientro è un fenomeno reale o si tratta solamente di nostalgia delle vacanze? Cerchiamo di capire cos’è esattamente, i sintomi per riconoscerla e come superarla un giorno dopo l’altro, in modo naturale.
Cos’è la sindrome da rientro?
La sindrome da rientro non è una condizione clinica ma uno stato di disagio temporaneo che si manifesta al termine di una vacanza. Dover rientrare al lavoro e riprendere la vecchia routine quotidiana, fatta di responsabilità e ripetitività, innesca una serie di sintomi fisici e psicologici, che variano da persona a persona per intensità.
Identificata per la prima volta negli anni ‘50, può interferire in modo significativo sulla vita di chi ne è colpito, che fatica a gestire le relazioni sociali e a concentrarsi sullo studio o il lavoro.
I sintomi tipici
Come si riconosce la sindrome da rientro? Alcuni dei sintomi tipici includono:
- Agitazione o lieve ansia
- Irritabilità
- Malinconia e pessimismo
- Difficoltà a dormire
- Senso di insoddisfazione o di irrequietezza
- Perdita di interesse nelle attività e nelle relazioni
- Stanchezza cronica e mancanza di energie
- Difficoltà a concentrarsi
In media, si manifestano nell’arco dei primi 2-5 giorni dal termine delle vacanze e hanno una durata di circa 2 settimane. Alcuni fattori, come ad esempio delle difese immunitarie basse o un ambiente circostante fortemente stressante, possono costringerci a convivere con questi sintomi per un periodo più lungo.
Tuttavia, se notiamo che non accennano a scomparire, o interferiscono in modo eccessivo con la nostra quotidianità, è preferibile rivolgersi a un medico o a uno psicologo.
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Che cosa scatena la sindrome da rientro?
Che cosa scatena la sindrome da rientro? Possibile che sia tutta colpa della nostalgia?
Se lasciare il luogo dove abbiamo trascorso un periodo di relax e serenità incide sul nostro stato d’animo e sul modo in cui affrontiamo il ritorno alla routine quotidiana, non è l’unico fattore scatenante.
In effetti, le cause della sindrome da rientro sono da ricercarsi in una combinazione di fattori psicologici, fisiologici e ambientali:
- Cambio di ritmo: durante le vacanze rallentiamo il ritmo. Ci dedichiamo più a noi stessi, al relax e ad attività piacevoli. La sveglia non suona più al mattino presto, né dobbiamo preoccuparci se ci corichiamo troppo tardi la sera. Il ritorno alla routine abituale, con i suoi orari prestabiliti e gli impegni da portare a termine, rappresenta un brusco cambio di rotta dallo stile spensierato di quel breve periodo a cui il nostro corpo si era appena abituato, e questo genera uno stato di disagio.
- Scontro con la realtà: spesso durante le vacanze idealizziamo la nostra vita, lasciamo correre la fantasia fissando obiettivi o piani irrealistici. Una volta rientrati, il confronto con la realtà quotidiana può essere duro e generare delusione, oltre che frustrazione, il che contribuisce ad alimentare il nostro stato di malessere.
- Mancanza di stimoli: durante le vacanze ci lasciamo andare a nuove esperienze che, non solo ci rendono felici, ma anche più “carichi”, desiderosi di vivere altri stimoli. Al ritorno, la routine può apparire monotona e poco stimolante, il che ci abbatte, gravando sulla nostra capacità di riprendere le redini delle responsabilità che avevamo lasciato.
- Minori endorfine: anche il nostro stesso organismo può influenzare la sindrome da rientro. Durante le vacanze, il corpo produce più endorfine, gli ormoni legati al benessere. Tornati a casa, la loro produzione diminuisce, contribuendo a un calo dell’umore.
- Scarsa esposizione al sole: durante le vacanze trascorriamo più tempo all’aria aperta, il che ci permette di assorbire vitamina D dai raggi solari. La sua sintesi è fondamentale per il benessere psicofisico di noi esseri umani perché influenza in modo positivo sia l’umore che le difese immunitarie. Una volta a casa, torniamo a trascorrere la maggior parte delle ore in ambienti chiusi, limitando la quantità di vitamina D che possiamo assorbire naturalmente. Inoltre il cambio stagione riduce le ore di luce, contribuendo al calo dell’umore.
Anche l’alimentazione contribuisce in modo significativo alla sindrome da rientro. Mangiare tardi la sera, lasciarsi andare a cibi ricchi di grassi e zuccheri, bere bevande alcoliche, non solo peggiorano la qualità del riposo durante la notte (rendendoci irritabili e poco focalizzati) ma altera il livello di glucosio nel sangue con conseguenti bruschi cali di energia e sbalzi d’umore, genera infiammazione e disidratazione.
Anche se la vacanza è stata breve, la sregolatezza alimentare può lasciare lunghi strascichi sull’organismo. Un buon integratore alimentare per disintossicare il fegato e contrastare i processi infiammatori, unito a una dieta bilanciata e una buona idratazione, permette di lavorare sui sintomi biologici della sindrome da rientro, favorendo la rapida ripresa.
Come superare la sindrome da rientro senza farmaci
La sindrome da rientro è molto diversa dalla depressione. Qui non c’è cronicità, e anche se alcuni sintomi sono simili, dobbiamo ricordarci che si tratta di un disagio temporaneo.
Vero è che può avere un grosso impatto sul nostro benessere e sulla capacità di lavorare, studiare e gestire tutte le responsabilità quotidiane. Ci fa sentire sopraffatti, lasciando che la procrastinazione abbia la meglio.
Ma dato che si tratta di un malessere passeggero e non di una patologia, non c’è alcun bisogno di ricorrere a dei farmaci. In realtà, alcune semplici pratiche da attuare al momento del rientro possono persino evitare che si manifesti, o comunque contrastarla prima che i sintomi diventino troppo intrusivi.
Vediamo come:
1. Trascorri del tempo con amici e familiari
La sindrome da rientro ci può portare a sentirci disconnessi con la realtà e a volerci isolare dagli altri. Ecco perché per prevenirla (o contrastarla) è bene imporsi di passare del tempo di qualità con le persone che ci fanno stare bene.
Programmiamo incontri divertenti, dove ridere in abbondanza. Faremo un bel pieno naturale di endorfine e potremo condividere le esperienze vissute durante le vacanze senza l’impatto negativo della malinconia.
2. Fai un periodo detossificante
Dopo le tante piccole e grandi concessioni a cui ci siamo lasciati andare durante le vacanze, un periodo di depurazione permette all’organismo di eliminare le tossine accumulate, ripristinando l’equilibrio e favorendo un senso di benessere generale.
Inoltre, un’alimentazione leggera e ricca di nutrienti essenziali, unita a una corretta idratazione e a un po’ di attività fisica, contribuisce a riattivare il metabolismo e a migliorare l’umore, attenuando così i sintomi della sindrome da rientro.
3. Trascorri del tempo fuori casa
Trascorrere del tempo fuori casa aiuta nella transizione vacanze-routine cittadina. L’ideale è programmare tanto tempo all’aria aperta nelle prime due settimane dal rientro e poi gradualmente a scalare.
Sfrutta tutte le belle giornate per assorbire vitamina D dal sole, fai esperienze positive e rilassanti (anche leggere un libro in giardino può bastare), in questo modo lo stacco dalle vacanze non sarà così netto per la mente, e anche il corpo avrà il tempo di abituarsi ai ritmi abituali.
4. Metti in ordine casa e liberati del superfluo
Non un’attività che i più definirebbero “riposante” ma ordinare l’ambiente domestico liberandosi di tutte le cose superflue ha un enorme effetto benefico sulla mente.
Caos e oggetti dappertutto sono opprimenti per la psiche, senza contare che diventa ancora più difficile disfare i bagagli e magari trovare spazio per collocare i souvenir che abbiamo acquistato in vacanza.
Questo tipo di ambienti tendono a intensificare i sintomi della sindrome da rientro.
E se fare un totale decluttering dell’intera casa è troppo da affrontare, inizia facendo una lista di piccoli compiti. Vedere il cambiamento progressivo della casa che si trasforma, diventando ariosa e ordinata, ti stimolerà a continuare.
5. Ritrova l’equilibrio con i sensi
Ansia, depressione, calo di energia, disinteresse, procrastinazione, sono tutte emozioni negative che possiamo contrastare con delle pratiche di benessere olistico.
La meditazione aiuta a liberare la mente. Lo yoga riattiva la circolazione e l’ossigenazione dei tessuti, con il conseguente rilascio di endorfine. E poi c’è l’aromaterapia, che possiamo sfruttare in combinazione con queste pratiche di rilassamento o a piacere, attraverso i diffusori di oli essenziali.
Da una parte, c’è l’incredibile capacità dei recettori olfattivi, dall’altra ci sono le molteplici proprietà curative delle piante officinali. Insieme, in modo semplice e privo di effetti collaterali, agiscono sul cervello facendo da rilassante naturale, aiutandoci a ritrovare il nostro naturale equilibrio.
Come combattere la sindrome da rientro con Dinamys

Flacone di acqua profumata Quietum Aromatherapy di Dinamys con melissa, tiglio, biancospino ed escolzia. Effetto calmante e rilassante naturale.
Depurare l’organismo e riequilibrare la mente, queste sono le due parole d’ordine per combattere efficacemente la sindrome da rientro senza l’uso di farmaci.
Epato3 di Dinamys è un integratore alimentare a base di curcuma, crisantello e cardo mariano. Pensato proprio per disintossicare il fegato e proteggerlo dai processi infiammatori, avvia il processo di depurazione dell’organismo causato dagli eccessi alimentari e dalla sregolatezza generale.
Per la mente, invece, c’è Quietum Aromatherapy.
Privo di alcol, è un’acqua profumata a base di tiglio, melissa, biancospino ed escolzia.
Pratica da portare sempre con sé, può essere vaporizzata sugli abiti, sulla pelle, nell’ambiente o sui tessuti di casa.
Se, ad esempio, hai difficoltà a prendere sonno o a rilassarti, usala sul cuscino e sul divano. Ti aiuterà a distendere mente e corpo, conciliando il riposo.
Non preoccuparti: tutti i prodotti Dinamys sono sicuri per gli animali domestici. Vaporizzalo liberamente, puoi usarlo direttamente anche sui luoghi in cui riposa il tuo pet, così anche lui potrà combattere l’agitazione del rientro.
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